domenica 8 marzo 2009

Danae: il senso mentale creativo


Per gli alchimisti il senso creativo è una dote innata nell'anima. Le donne lo manifestano in forma psichica quando sono stimolate dell'eros, mentre, a un livello superiore (la torre, simbolo dell'elaborazione cerebrale degli stimoli) il senso creativo diventa una esperienza mentale quando è "fecondato" dalle parole, dalle immagini e dai contenuti trasmessi dalla conoscenza della natura umana (la pioggia dorata di Giove).

Il senso mentale creativo è eccitato da Cupido, che lentamente toglie il velo e lascia scoperto il sesso femminile, metafora della mente aperta alle suggestioni erotiche ed intellettuali suscitate dalle immagini dell'arte, dalle vicende mitologiche, dalle trame del cinema e dei romanzi.

La mente delle donne non ama l'elucubrazione intellettuale di filosofi e critici, ma si lascia "fecondare" dalla "pioggia" che proviene dalle menti creative che sanno unire intuito e ragione, percezione e conoscenza, amore e sensibilità estetica. Il senso mentale creativo diventa attivo sfogliando le riviste di moda e di arte, e stimola l'anima ad appropriarsi delle parole, delle immagini e dei contenuti di coscienza (le tre gocce) che più sono affini alla sensibilità dell'anima.

La vicenda di Danae assomiglia non poco all' idea che gli alchimisti rinascimentali si erano fatti dell'Immacolata Concezione di Maria. Infatti il senso mentale creativo non ha bisogno di entrare in contatto con il "corpo fisico" , ma assorbe i contenuti di coscienza (chiamato Lithos spermatikos) direttamente dalla "luce" riflessa dalle immagini (le ali multicolori di Gabriele) , oppure tramite l'ispirazione supercosciente (la colomba bianca veicola la pioggia d'oro di Zeus).

Danae e la Vergine Maria sono accumunate dal fatto di concepire "idee e sentimenti cognitivi" ( i due putti ai piedi di Danae affilano una freccia rossa e una freccia blu) in forme "immacolate" e cioè in assenza di maestri o di amanti. Il senso mentale creativo trae ispirazione direttamente dalla percezione della luce e non a caso Corrreggio dipinge un'ampia finestra dalla quale si ammira l'immensità del cielo.

martedì 3 marzo 2009

Il senso del rapimento estetico


Per Ortoli e Witkowski (la vasca di Archimede, 1998) "il senso del mito è di fungere da tramite tra la scienza e i comuni mortali (scienziati compresi), fra l'incomprensibile e il quotidiano, il magico e il normale." Come esempi riportano i piccoli miti della vasca di archimede. la mela di Newton, la formula del bemzene di Kekulè, ecc....

Il "ritorno alle origini", peculiare del pensiero mitico-religioso, si innesca per una inadeguatezza della conoscenza. All'origine del mito c'è, per l'uomo comune, il fatto di non riuscire a capire, di sentirsi escluso dal cammino delle idee, di non potere accedere alle grandi teorie scientifiche per mancanza di adeguata preparazione.

Chi conosce la realtà non ha bisogno di miti, ma per chi inibisce la percezione del sangue, dell'orrore, della morte, della sofferenza e non sviluppa il senso tragico della vita, il mito assolve il compito (come nella favola di Hans e Gretel) di disseminare i "semi"* che ci riconducono a casa, fino a che non siamo pronti, da soli (e con entrambi gli emisferi cerebrali), ad affrontare le insidie, i tranelli e le proposte "zuccherose" prodotte dalla falsa conoscenza del corpo, delle sue pulsioni inconscie e dei suoi poteri sovramentali (la strega del bosco)

Tuttavia non bisogna falcidiare il pensiero mitico che emerge dall'universo religioso, mistico e psicologico che pretende, a sua volta, di spiegare la realtà invisibile dei sentimenti, dei sogni e dell'arte attraverso "formule rituali, corrispondenze alchemiche e suggestioni mitiche-magiche" inverificabili e incongruenti.

Una ipotetica "scienza della percezione", rappresentata nella Mitologia dall'Aquila di Zeus, potrebbe spiegare ogni tipo di fenomeno visibile e invisibile, mentre è evidente che l'interpretazione erudita dei miti (antropologica, sociologica, psicologica, psicoanalitica, religiosa e teologica) lascia deboli tracce nel tempo.

Il mito elaborato dalla mente razionale dischiude le porte all'intuizione superiore in cui è ravvisabile il fondamento mistico delle scoperte e delle invenzioni. L'interpretazione mitica-magica della realtà permette invece di accedere a una dimensione morale, etica e spirituale altrimenti inacessibile alla ragione comune, razionalmente ancorata a ciò che è misurabile, concreto e verificabile con il metodo scientifico. Il senso del sacrificio e della rinuncia non avrebbe significato in una società in cui esistesse la certezza della conoscenza.

Il Mito è il trono di Zeus, il sovrano indiscusso dell'Olimpo. Con Zeus non c'è mai una certezza ferma e inossidabile nel tempo, poichè i modelli culturali e spirituali della società continuano a cambiare, evolvere e involvere, attraverso l' incessante ruota del ciclo di vita, morte e rinascita, di costruzione del futuro, distruzione del passato e rinnovamento dei simboli che devono rappresentare il millenario pulsare degli archetipi nella coscienza umana.

Zeus è il Signore della coscienza che emerge dalla psiche Femminile. In vesti di Aquila, la percezione cognitiva della realtà, Zeus aiuta Pische a riempire l'ampolla con le acque dello Stige, metafora di un primo livello di conoscenza del significato simbolico che accompagna ogni manifestazione psichica della mente subconscia, inconscia e iperconscia, e rapisce al cielo Ganinede, emblema del "senso del mito" che è all'origine del "pensiero che vede" .

"Il pensiero che vede" il fondamento "mistico" dell'intuizione scientifica e la disgregazione della "razionalizzazione" operata dall'intuizione mitica e religiosa, non si "delizia" più degli aspetti estetici, filosofici ed edonostici che la vita può riservare all'intelletto che "vaga" alla ricerca delle ragioni del vivere e del morire.

"Non credo di essere un pittore nella piena accezione del termine. Se, quand'ero giovane, la pittura era un grande piacere, in certi momenti non ero insensibile a un sentimento spontaneo che mi sorprendeva, precisamente quello di esitere senza conoscere la ragione del vivere e del morire. E' questo sentimento che mi ha indotto a rompere con interessi d'ordine puramente estetico. Per esempio mi accadeva di smettere all'improvviso di dipingere per essere stupito di Essere (il mistero), di avere un modello vivente davanti a me (mito) e di sentire che vedere 'la vita' aveva una importanza ben maggiore che dedicarsi ai piaceri dell'arte d'avanguardia. Nel 1925, stanco di quei piaceri, ho pensato che poco importava trovare un nuovo modo di dipingere ma che per me si trattava piuttosto di ciò che bisognava dipingere, di sapere perché il mistero sia messo in questione".
Magritte.


etimologia della parola mito.
"Clemente Alessandrino riferisce che nel gergo jeratico-orfico Mitos significa "semenza" "seme"
sicché ogni mito racchiude il granello o seme di verità, che una volta deposto nel fondo del nostro intimo, farebbe germogliare la coscienza numinosa " (Giovanni Ranella). Questa definizione concorda con l'immagine dei semi disseminati da Hans e Gretel durante la prima fase di allontanamento (forzato) dalla casa dei genitori (la conoscenza e la morale di gruppo).
I semi del mito vengono poi inghiottiti dal sistema della percezione (nella favola vengono mangiati dagli uccelli) e quindi introiettati all'interno del sistema automatico della cognizione (il Se cognitivo). E' grazie al nutrimento del mito che può emergere spontaneamente il senso delal verità indispensabile per riconoscere i falsi profeti, guru e maestri generati dalla cattiva coscienza occidentale (la strega), abile nel manipolare le pulsioni inconscie individuali e collettive (il bosco) con tecniche di trasformazione di sé "edulcorate e volutamente soft", affinché possa esserci l'illusione della guarigione o del cambiamento

lunedì 2 marzo 2009

Il senso tragico

Meleagro uccide il cinghiale e gli zii di Atalanta. L'impresa, apparentemente priva di eroismo, cela invece la complessa dinamica costruita dalla libido maschile e femminile. La società che sviluppa il "senso di sè mentale", sintesi di tutte le attività mentali tese a migliore le condizioni di vita materiale (mercati, commerci, transazioni virtuali di denaro, pianificazioni, regime liberista, capitalismo....) finisce prima o poi per subire le ire Diana.

Il culto del profitto e del benessere materiale, lo stesso celebrato da Eneo, re degli Etoli di Calidone che festeggia la produzione record del raccolto come un obiettivo primario verso cui orientale la libido (la forza genetica predisposta ad integrare gli opposti), è all'origine della tragedia umana. La recente crisi del sistema bancario, vittima consapevole di operatori finanziari privi di scrupoli, e carnefice di tutti i piccoli investitori, ripresenta l'archetipo del Cinghiale che finisce per terrorizzare e distruggere il patrimonio economico e le coscienze individuali.

L'ira di Diana, archetipo del processo di evoluzione del senso di sè mentale in percezione cognitiva delle dinamiche che portano al collasso "materiale e spirituale" della società, non colpisce unicamente la collettività in senso generico, ma si "incarna" nelle dinamiche famigliari come "destino annunciato" di morte e distruzione.

Il film di Sidney Lumet, "Onora il padre e la madre", rappresenta la vicenda di "Eneo e del cinghiale" ai giorni nostri, all'interno di una dinamica famigliare che non è raro riscontrare nelle trame di violenza che affliggono la vita degli individui. L'archetipo di Eneo si "incarna" nella figura di un uomo che per amore del denaro e del lavoro (il papa direbbe "per amore di Mammona") trascura i due figli, li priva di attenzioni e del nutrimento delle parole che rappresentano l'unico mezzo di trasmissione della coscienza morale indispensabile allo sviluppo psicologico dell'individuo.

La trama ci presenta "Eneo" sulla soglia della pensione. E' ricco, ha una gioielleria e condivide la sua "fortuna" con la moglie. Ha due figli, molto diversi tra loro. Il più giovane è fragile, insicuro, psichico, completamente incapace di contenere l'ansia, la paura e l'istinto adrenalinico di fuga (l'emisfero destro femminile); l'altro, invece, è razionale, freddo, mentale, analitico (fa anche il ragioniere) e persegue i suoi scopi con lucidità priva di qualsiasi scrupolo morale o etico (l'emisfero sinistro maschile).

"Eneo" non sa di aver clonato se stesso, la propria libido, nell' anima del figlio più grande, anche se, in forma subconscia, spera che il figlio diventi migliore e più bravo di lui. "Eneo" non si accorge che l'ira di Diana si è materializzata a livello genetrico e che il "Cinghiale" vive all'interno del corpo e della psiche del figlio maggiore (l'emisfero sinistro), pronto ad esplodere e a rivelarsi in tutta la sua libido selvaggia.

Leggendo la "trama" si comprende che la tragedia ha un unico protagonista: la libido. La libido maschile (il cinghiale) provoca morte, cattive azioni, violenza, truffe, raggiri, speculazione, immoralità, spregiudicatezza, follia. La libido femminile (gli zii di Atalanta) è invece più sottile, quasi invisibile, ma non meno crudele e assetata di "bella vita, confort, piacere, edonismo, lussuria, e quindi capace di tradire e di "voltare le spalle" al momento opportuno.

Il Cinghiale semina orrore. L'intelligenza finalizzata al perseguimento degli obiettivi produce l'azione immorale e priva di coscienza di relazione. C'è un unico rimedio. Uccidere il cinghiale, al più presto. La morte della moglie causata dalla stoltezza umana (il rapinatore) indotta dalla pulsione psichica nel cervello (il figlio minore) ispirata dalla Libido (il figlio maggiore), produce un rapido cambiamento nel Padre (coscienza). La volontà di conoscere l'autore del delitto lo conduce a riscoprire le "funzioni" evolutive di Diana (la percezione cognitiva)

Diana, la percezione della verità finalizzata alla conoscenza, riprende il suo posto nella "coscienza di relazione" (Meleagro, il filius mercurius) ed Eneo, riscoprendo la volontà di eliminare alla radice il male, diventa come Meleagro e insegue il figlio maggiore fino a soffocarlo con le sue mani. La tragedia è giunta al suo epilogo.

La libido si può sconfiggere solo con la morte. Può essere educata, istruita e veicolata verso scopi elevati, ma rimarrà sempre il "peccato originale" da purificare con il rito del Battesimo. A questo servono i riti e le iniziazioni all'arte di Afrodite. Ma lo abbiamo dimenticato.

Il cinghiale di Meleagro

La coppia maschio-femmina rappresenta il pilastro centrale dell'immaginario filosofico alchemico. Shiva e Shakti, Ying e Yang, Adamo ed Eva, identificano coppie di "energia" che non sono antagoniste di natura, ma lo diventano all'interno del corpo fisico, così come nella realtà dei fenomeni, nel momento in cui la Libido, rappresentato nella mitologia greca dalla figura del cinghiale, non irrompe nella radura del "cervello", o nella scena della coscienza.

L'alchimia Rinascimentale offre una lettura "verticale" della Libido intesa come 'forza genetica' che spinge l'uomo a ricercare significato all'esistenza e senso alle proprie azioni, siano esse tese a soddisfare una "fame" primaria o a placare la "sete" di conoscenza. La libido è lo Solfo che l'alchimista introduce nell'ambicco per provocare una reazione nella materia, è il fuoco che scalda l'ampolla alla base dell'Athanor dentro cui è contenuto il Mercurio grezzo (bile nera) da trasformare in fluido (flegma), Elixir (liquido cerebrospinale) e infine Pietra dei filosofi (fluido cerebrospinale che si concentra nelle meningi e diventa una sostanza ferrosa).

Adamo ed Eva, Venere e Marte, Apollo e Diana, Il Re e la Regina, il Sole e la Luna Gli alchimisti dell'Arte, a differenza dei chimici, descrivevano stadi di evoluzione della libido e della pulsione psichica (Adamo ed Eva) in azione e percezione (Marte e Venere), logica e intuizione (Apollo e Diana), coscienza e consapevolezza (Il Re e la Regina) fino allo stadio finale in cui la "Pietra dei Filosofi", ricca di ferro e di qualità elettromagnetiche (il nostro Magnete) non divenire sensibile al ciclo della Luna in rapporto al sole.

E' evidente che la realizzazione della Pietra dei Filosofi rappresenta lo stadio finale conquistato dall'appassionato di "Arte e Sesso", mentre invece individua il primo stadio evolutivo del neofita che viene subito sottoposto a risolvere quotidianamente il problema "geometrico" della trasformazione dela libido in amore, creatività , coscienza e conoscenza di sè (la quadratura del cerchio in cui è iscritta la pulsione psichica)

Un motto famoso del Rosarium dice. "Fai un cerchio (psiche) da un uomo e una donna (le polarità sessuali), ricavane un quadrato (le costanti nella diversità) e dal quadrato un triangolo (sintesi dei tre elementi di base, corpo, anima e spirito); fai un cerchio (sintesi della congiunzione degli opposti equivalente al Se) e avrai la pietra dei filosofi."

La trasformazione della libido avviene tramite il contenimento della pulsione psichica di matrice femminile (Eva) che di fatto è l'arteficie di ogni gioia e dannazione. Quando la pulsione psichica (la ninfa Atalanta), per sua natura velocissima ad inseguire qualsiasi forma di desiderio ispirato dalla libido (Atalanta insegue e colpisce per prima il cinghiale), viene istruita, educata e incanalata (le tre mele di Afrodite) verso scopi sociali e utili per la collettività (il raccolto del grano), allora l'individuo (Eneo) raggiunge uno stadio di consapevolezza in cui emerge il senso di sè mentale (figlio della coppia Apollo e Diana) in grado di indirizzare la libido verso scopi buoni e giusti.

La leggenda greca narra che Eneo, dopo un'annata particolarmente fruttuosa per il raccolto, aveva tributato onori e sacrifici a tutte le divinità scordandosi però di Diana. La dimenticanza, metafora di una volontà subconscia di arrestare il processo alchemico di trasformazione dello Solfo, scatena ovviamente le ire della Dea che, per vendetta, invia un terribile cinghiale dagli occhi di fuoco per devastare le campagne nei disntorni di Calidone, la città degli Etoli.

Meleagro, figlio di Eneo, emblema del mercurio (Mercurius filius) che comunque viene distillato durante le fasi di canalizzazione delal libido in attività sociali, decide allora di afrontare il feroce animale organizzando una spedizione con gli eroi più valorosi, metafora di una precisa conoscenza del "potere della libido" di devastare ciò che di buono è stato seminato dagli alchimisti della materia (gli eroi).

Meleagro non è solo. Al suo fianco c'è Atalanta che si innamora di lui, perchè intravede la possibilità di un contenimrnto alchemico della pulsione di agire direttamente sulla libido tramite una "forzata" inibizione psichica dela forza evolutiva. Atalanta scova per prima la belva, a dimostrazione che la percezione femminile rivela la presenza dei "mostri", ma non ha la forza per ucciderla (così come avviene quando le donne vengono stuprate per strada).

Ovidio racconta che Meleagro scaglia da lontano una prima lancia (la percezione intuitiva) che si conficca però nel terreno, mentre la seconda (la percezione cognitiva) raggiunge l'animale ferendolo a morte. Nella scena dipinta da Brascassat (1825), si vede Atalanta che si difende con un coltello, mentre Meleagro infilza il cinghiale aiutato dai cani, simbolo del fiuto che evolve dall'istinto di espandere la percezione sensoriale istintiva in percezione sensoriale cognitiva.

La libido, così come lo solfo alchemico, richiede lunghi processi di purificazione prima di essere eliminato dalla materia. La sua caratteristica peculiare è la "mimesi" e il "trasformismo" per cui facilmente rimane occultato dietro sorrisi e buone maniere. La "castrazione chimica" temporanea avviene naturalmente se l'individuo (maschio o femmina) evolve nell'alchimia delle "potenze" femminili (amor di sè, senso di sè ) rappresentate nella vicenda mitologica come gli "zii materni" di Atalanta.

Dopo aver ucciso il cinghiale, Meleagro dona il trofeo ad Atalanta, ma gli zii ne rivendicano superbamente il possesso, metafora della presenza sottile e spesso perversa della libido femminile in ogni vicenda umana in cui ci si debba spartire onori e meriti, beni immobiliari e mobiliari, eredità e fortune paterne.

Meleagro sfodera allora la spada e li "elimina" senza esitare un attimo, anche se Atalanta cerca di trattenrlo con un gesto affettuoso della mano, come spesso fanno le donne per giustificare i comportamenti libidinosi dei parenti.

La Coscienza femminile come modello cognitivo




La letteratura, il cinema e l'arte si insegnano come sia possibile raggiungere livelli elevati di percezione, intuizione e conoscenza della realtà senza dover studiare cose inutili o frequentare corsi di specializzazione. Le donne, gli scrittori e gli artisti imparano attraverso i sensi corporei (il secondo chakra) e riescono a sviluppare con il tempo i sensi mentali (il quarto chakra) e infine, a uno stadio più evoluto di sintesi delle conoscenze, a scoprire le verità nascoste tramite i sensi dell'intelletto (il sesto chakra).

Il riferimento alla cultura tantrica è indispensabile per capire come il senso di se mentale che evolve consapevolezza percettiva (il putto con le ali) sia il fondamento della spiritualità alchemica universale. Anche in Occidente gli alchimisti descrivono lo stesso fenomeno evolutivo sperimentato dai tantrici disegnando i tre gradi di sviluppo della percezione cognitiva (la lancia tenuta in mano dal bambino) che si conquistano seguendo le Leggi della Grande Madre.

I sensi corporei indagano il mondo minerale (il primo stadio della colonna), metafora della realtà dominata dagli istinti di base; i sensi della mente invece riescono a indagare il mondo vegetale (il secondo stadio) in cui fioriscono le sensazioni, le emozioni e i sentimenti che ci informano della presenza dell'amore o del conflitto; i sensi dell'intelletto, infine, riescono a penetrare nel mondo dei miti e degli archetipi (il terzo stadio) e a comprendere i giochi della coscienza simulati dalla libido maschile e femminile.

Oltre il terzo stadio inizia il mondo delle iniziazioni all'Arte della Percezione, luogo di beatitudine in cui si apprende direttamente dal latte della conoscenza che sgorga dal seno della Grande Madre. Occorre quindi evolvere nelle potenze femminili (secondo, quarto e sesto chakra) e sviluppare quel minimo di autocoscienza in grado di attizzare, attraverso la percezione sensoriale (la lancia), il fuoco della conoscenza e il fumo sacro (l'adrenalina) che scaturisce dall'eccitazione psichica di essere amati e nutriti dalla Grande Madre, metafora della "Mente Universale" che si realizza al termine della Grande Opera.

L'alchimia dei sensi fisici, mentali e spirituali è descritta dalle opere degli artisti che scrivono e dipingono ciò che conoscono con i propri sensi , e non tramite elucubrazioni intellettuali. Questo sono solo degli esempi:

1. Il romanzo "Orgoglio e pregiudizio" di Jane Austen descrive con particolare acume la sostanziale differenza di metodo che caratterizza l'indagine maschile (azione) da quella femminile (percezione). L'orgoglio maschile e il pregiudizio femminile possono risolversi creativamente se le parti invertono i ruoli e la percezione femminile, procedendo ad osservare, scrutare, sondare e filtrare dal passato gli elementi positivi da conservare e valorizzare, assume il ruolo di guida dell'azione.

2. Il film "La ragazza con l'orecchino di perla", ispirato dalle opere di Veermer, pone in risalto il ruolo della suocera (la percezione cognitiva della realtà fondata sulla produzione del denaro), della moglie (la percezione emotiva della realtà fondata sulla pulsione a tutelare l'equilibrio famigliare) e della serva (la percezione sensoriale del punto di equlibrio fra dimensione interione e realtà dei conflitti), in rapporto all'azione creativa del pittore. Il film descrive in sintesi la capacità della percezione femminile di individuare istintivamente il punto di l'equilibrio compromesso dall'irrompere della luce (l'azione creativa) all'interno dello spazio domestico (l'anima).


3. Nel dipinto "Donna con Bilancia (1664) , Veermer descrive in metafora il talento della percezione sensoriale della donna (la virtù della Prudenza/Bilancia/Giustizia celebrata dai greci) di riportare ordine ed equlibrio (oppure il suo contrario) all'interno della coscienza sociale (il panno blu). La naturale alchimia delle sensazioni in emozioni cognitive e sentimenti morali (la collana di perle) evolve infatti nella capacità istintiva dell'anima creativa (la donna è incinta) di giudicare l'azione e discriminare la qualità della luce presenti in ogni forma di rapporto sociale (la bilancia). Alle spalle della donna Veermer colloca il dipinto della Trasfigurazione, metafora dello stadio finale del processo di "purificazione" delal libido che sostiene l'azione creativa dell'individuo nella società.

4. La percezione intuitiva dell'anima è ancora relegata al ruolo di "serva" all'interno dei processi decisionali messi in atto dalle società evolute, confinata a svolgere un debole ruolo di critica sociale quando i "giochi sono già fatti" e i "buoi sono già fuggiti dalla stalla".

La cultura della solidarietà, della pace, della condivisione delle risorse, del rispetto delle differenze, della tutela dell'ambiente e del patrimonio artistico non ha un fondamento nell'etica religiosa, nella compassione o nella carità. La coscienza civile ha origine dalla sviluppo della percezione femminile di cogliere il giusto equilibrio tra le parti e l'insieme e tra l'insieme e i suoi singoli componenti.

Lo sviluppo della percezione attraverso le sue potenze assume un ruolo cardine nella costruzione dell'equilibrio psicologico, sociale e culturale individuale e collettivo. Vermer è stato l'artista che più di ogni altro ha esplorato e codificato tutte le possibili varianti indotte dalla variazione della luce all'interno di uno spazio domestico. La ricerca artistica si dispiega naturalmente anche se l'artista dipinge gli stessi soggetti per tutta la vita. Anzi. E' più facile che la sperimentazione ossessiva dell'equilibrio compromesso dalla luce, considerata da Vermeer l'essenza di ogni colore, abbia l'effetto di stimolare precocemente la sensibilità artistica.

La sensibilità artistica si struttura in quattro atti: equilibrio, intensità, profondità e astrazione dell'immagine. L'artista che compone le "quattro pietre angolari" della "Percezione alchemica realizza la "Pietra filosofale" degli alchimisti rinascimentali, metafora di una accentuata capacità di tessere le trame della composizione artistica con acume, sapienza, esperienza e originalità. E' ovvio che l'artista non è interessato a queste considerazioni "prive di utilità" immediata. Tuttavia chi impara a leggere il "valore" delle immagini lasciando da parte "Orgoglio e Pregiudizio", può scoprire un giorno di possedere il talento di percepire non tanto la "bellezza" delle forme artistiche, ma anche i sentimenti, i sogni, le speranze, i dubbi e i conflitti vissuti non solo dall'artista , ma anche dalle persone che condividono con noi la realtà quotidiana.

La percezione della bellezza interiore, del piacere estetico e della castità spirituale è la meta dell'alchimista rinascimentale. Valori ormai perduti nel limbo della dimenticanza di chi siamo e di cosa siamo stati.

I Sette sensi della Coscienza


scritto da Marta Breuning alle 10:51


Beato Angelico, Annunciazione

I sensi corporei non sono limitati alle prerogative dei cinque sensi che comunemente conosciamo. Visione, olfatto, tatto, gusto e udito rimangono "muti" protagonisti della percezione se l'anima inibisce le facoltà cerebrali dell'emisfero destro di sintetizzare le sensazioni fisiche e le intuizioni psichiche in senso cinestetico, senso di sè e amor di sè.

Prendersi cura del corpo, della mente e dello spirito, la "trinità maschile" che ci permette di interagire con la realtà con "consapevolezza, coscienza e conoscenza di noi stessi", considerata dagli alchimisti la "Trinità femminile" forgiata dalle tre Dee (Kali/Giunone), Lakshmi/Afrodite, Saraswati/Atena, significa espandere la potenza dell'anima di manifestarsi nei "Tre Mondi".

I segreti dell'Alchimia sono racchiusi nella dimensione sessuale, emotiva ed estetica dell'esperienza umana. Il sesso e l'eros (Kali), l'amore e la bellezza (Lakshmi), l'arte e la conoscenza (Saraswati) possono trasformare profondamente l' individuo (l'ego di San Giuseppe)) che rinuncia a identificarsi nel carattere sessuale, sociale, culturale e religioso in cui deve riconoscersi per necessità e destino. La trasformazione annunciata dall'Arte Alchemica (l'Arcangelo Gabriele) all'alchimista dei sensi (La Vergine) avviene in tre gradi:

1. Alchimia della percezione indotta dallo sviluppo del senso di sè spirituale (il Bambino di Betlemme) e dei sette sensi corporei (coordinazione muscolare, presenza psichica, attenzione mentale, concentrazione creativa, focalizzazione cognitiva , riflessione meditativa, contemplazione estetica) illuminati dalla stella a sette punte che conduce i Magi a portare i doni in grado di espandere i sensi corporei nei sensi mentali.

2. Alchimia dell'intuizione che emerge dalla manifestazione del senso di sè (Epifania) nella vita di relazione (il Bambino delle moltitudini). Anche in questo caso non sono sufficienti i cinque sensi della mente per poter dire di comprendere veramente la realtà in cui viviamo. I cinque sensi della mente (memoria, decodificazione visiva, intuizione logica, interpretazione soggettiva, comprensione razionale) rimangono "ciechi" protagonisti dell'intuizione se l'anima inibisce le facoltà dell'emisfero destro di sintetizzate le percezioni psichiche e le intuizioni sensoriali nel senso tragico, estetico e spirituale che contraddistinge la Coscienza Greca e Rinascimentale.

Manifestare le emozioni dell'anima psichica, i sentimenti della coscienza sensoriale e le percezioni dell'intelletto intuitivo , la "Trinità terrestre" che dischiude le porte alla trascendenza, significa imparare l'arte di guardare in faccia la realtà, di intuire le verità nascoste e di conoscere la Verità (aletheia) occultata dalle immagini e dalle parole proiettate dalla libido.

Coltivare il senso critico (Afrodite e Adone), tragico (Meleagro e Arianna) ed estetico (Ninfa Leda e Zeus) conduce a comprendere le dinamiche perverse e i giochi di soppraffazione messi in atto dagli uomini e dalle donne, e dalla società nel suo complesso. La conoscenza dei giochi di coscienza rappresentati nelle trame delle mitologia, dei romanzi e del cinema, ha l'effetto di espendere il "senso del tempo" per cui si inizia a preavvertire (Cassandra) l'irrompere della libido all'interno della coscienza che evolve dalla potenze dell'anima. (vedi il film "Otto donne e un mistero").

Il "senso del tempo" non di rado perfora la dimensione del tempo lineare, poichè l'anima vive perennemente nel tempo ciclico, percepito come foriero di tragedie, drammi e deja - vù che riportano la coscienza ad interrogarsi sul senso della "vera vita". E' all'interno di questa dimensione creativa dell'esistenza generata dall'Arte Alchemica di tradurre le immagini in significati e i significati in simboli, emblemi, metafore e allegorie, che la mente si appropria della capacità di utilizzare le facoltà creative e cognitive di entrambi gli emisferi cerebrali (Castore e Polluce) al fine di evolvere infine nel senso estetico (Elena di Troia) e nel senso morale-spirituale (Clitemnnestra) che caratterizzano le qualità superiori degli Eroi/Artisti.

domenica 22 febbraio 2009

Re Mida: il senso estetico-cognitivo

Bellezza e Conoscenza sono inseparabili. La percezione della Bellezza avviene per gradi e richiede il graduale sviluppo del senso di sè psichico, spirituale e cognitivo. In particolare il senso di sè cognitivo, inteso come sintesi di tutte le intuizioni che, per quanto possibile alla mia mente, sono in grado di prioiettare nel mondo sensibile, visualizzare nello spazio interiore e contemplare nel "centro della fronte", produce una "biforcazione" dell'informazione (la lettera Ypsilon dell'androgino) che è all'origine della percezione estetica e intuitiva.

L'informazione proveniente dalle "immagini" e quella proveniente dalle "parole" viene sintetizzata contemporaneamente dai due emisferi cerebrali (l'archimente teorizzata dal sociologo E. Morin). Bellezza e conoscenza diventano una unità così indisssolubile, che un fattore influenza l'altro. La ricerca di nuove soluzioni estetiche, peculiare delle facoltà dell'emisfero destro spinge l'emisfero sinistro a trovare nuove soluzioni tecnologiche, aerodinamiche e strrutturali che rendono possibile la nuova forma.

Con le medesime modalità l'innovazione tecnica e tecnologica che matura dalla ricerca scientifica, spinge gli artisti a sperimentare mezzi espressivi e canoni estetici che rivoluzionano il senso estetico collettivo. Ad esempio gli studi sull'Ottica, scienza della percezione per eccellenza, ha prodotto tre rivoluzioni: la rappresentazione prospettica (fine XV secolo), la visione a "cannocchiale" (fine XVII secolo) e il puntilismo (fine XIX secolo).

Arte e Scienza sono due attività del cervello umano che scaturiscono dal medesimo processo di elaborazione sensoriale, cinestetico e cognitivo. estetico delle informazioni. Per i filosofi cognitivisti, l'arte di Afrodite è una funzione attiva nell'uomo già dalla tenera età L'arte è la facoltà sensibile che permette a ogni individuo di sviluppare ed espandere il "senso di sé" nello spazio (l' ambiente), nel tempo (la vita) e il mutare dell'energia biopsicosomatica in anima, mente e coscienza creativa (la metaforfosi naturale).

L'arte si configura quindi arte della percezione nel suo senso più elevato. Percezione che ci aiuta a evitare sin da piccoli di sbattere la fronte contro lo spigolo della tavola (senso di sé fisico), di elaborare istintivamente forme complesse di reazione agli stimoli ambientali (senso di sé psichico) e di decidere quali parole, espressioni, comportamenti e forme psicologiche utilizzare per influenzare la comunicazione interpersonale (senso di sé mentale). A un livello più creativo l'arte ci aiuta a immagazzinare nuovi modelli mentali, così possiamo assorbirli senza doverli sperimentare vivendo e senza doverli apprendere con un lungo processo di induzione, e ci fornisce anche una gamma di esperienze che altrimenti non avremmo mai potuto sepruimentare di persona((senso di sé materiale e spirituale).

A questo livello inizia l'arte alchemica, ovvero l'iniziazione alla percezione intuitiva e quindi all'esperienza "virtuale" di tutte le possibili varianti con cui è possibile esprimere creativamente se stessi nel mondo e estrinsecare la propria complessa natura (Il pleroma: istinto, pulsione e libido) in forme consapevoli, originali e caratterizzate da "valore intrinseco" .

"Mentre le invenzioni utili della tecnica modificano solo indirettamente il genere umano, le invenzioni estetiche allargano direttamente la coscienza umana, espandono il campo delle percezioni umane e del discorso emotivo, estendendo la nostra partecipazione ai sentimenti altrui. Attraverso l'allargamento del canale della sensibilità umana la conoscenza dell'universo si allargherà. La differenza tra invenzioni tecniche e invenzioni artistiche corrisponde alla differenza tra cambiare l'ambiente che ci circonda e cambiare le nostre percezioni dell'ambiente." (Kubler, 1976).

Sviluppare il senso di sé creativo (Bacco) significa lavorare quotidianamente con la "materia" al fine di sperimentare le tecniche e applicazioni che il corpo e i suoi talenti mi rendono disponibili al fine di selezionare quelle più idonee, di volta in volta, a specifiche esigenze espressive (senso di sé cognitivo di Re Mida).

Il senso di Sè creativo di Bacco, sintesi di tutte le possibili elaborazioni e creazioni tendenti al nuovo che, per quanto possibile, sono in grado di manifestare per mezzo dei talenti del corpo, le abilità della mente e la percezione sensoriale dell'anima (Sileno, il maestro di Bacco) ha davvero l'effetto di trasformare ogni idea, invenzione e progetto in Oro.

La leggenda narra che Sileno (il "Maestro" al quale Bacco obbedisce), ebbro di vino per i numerosi inviti a partecipare a cene e feste, si fosse perso tra i campi. Re Mida, il senso di sè cognitivo, lo ospita nella sua reggia, lo cura e lo ristora, per poi riconsegnarlo a Bacco che, per sdebitarsi della sua generosità, gli offre di esaudire un suo desiderio: Re Mida gli chiede ovviamente di trasformare ogni sua idea, invenzione e progetto in "oro", metafora del potere del sè creativo di elaborare la forma e la tecnologia più adatta alle esigenze del Tempo.

Bacco esaudisce la sua richiesta. Terra, pietre e spighe di grano e persino il cibo si trasformarono in oro. A questo punto Re Mida chiede al Dio creativo di liberarlo da quella rovinosa fortuna che lo avrebbe condotto a morte certa. Il Dio del vino gli indica la via della liberazione dalla libido che conduce alla sorgente del fiume Pattolo, metafora della fonte battesimale dove avrebbe dovuto lavarsi per eliminare dal corpo la sua colpa. (la libido, il peccato che origina dalla mente impura)